A Natale mancano quasi tre mesi, praticamente è dopodomani. Hai già pensato a cosa regalarti? Perché Natale è anche l’occasione per farsi, e fare a tutta la famiglia, un regalo diverso, qualcosa che porti un po’ di … domotica a casa tua. In realtà il sogno di molti di avere una domotica non è per niente lontano, anzi. Grazie agli assistenti vocali per cui tutti impazziscono da qualche anno è davvero semplice. Niente a che fare con J.A.R.V.I.S. del mitico Iron Man.
Assistenti vocali e smart speaker: cosa sono?
Gli assistenti vocali in realtà non sono una novità. Sono presenti sui nostri smartphone e pc da diversi anni. L’assistente Google, Siri, Cortana,… sicuramente li hai già utilizzati in qualche occasione. Un assistente vocale è un’intelligenza artificiale che, attraverso meccanismi di machine learning è in grado di riconoscere i comandi vocali e il linguaggio naturale della comunicazione parlata, apprende attraverso l’esperienza e l’utilizzo e diventa sempre più preciso nel fornire la risposta più precisa possibile. Hai mai provato a cercare il ristorante più vicino a te con una sola frase? “Ok Google: cerca il ristorante vegano più vicino” e Google, attraverso il suo motore di ricerca, fornisce immediatamente una risposta dettagliata.
Quando si tratta di applicare tale tecnologia alla casa, le dinamiche sono molto simili e hanno potenzialità ancora tutte da scoprire. Due anni fa i primi smart speaker sono letteralmente esplosi sul mercato e sono diventati strumenti semplicissimi ed estremamente precisi per la gestione della casa. Con un semplice comando vocale lo smart speaker è in grado di accendere e spegnere le luci, attivare il riscaldamento o il condizionatore, la videosorveglianza o l’antifurto, diffondere musica o accendere la tv. E lo puoi fare comodamente dal divano o, attraverso il tuo smartphone, anche quando sei fuori casa.
Regalo di Natale per una casa smart: i più conosciuti smart speaker
Se il tuo sogno è quello di una casa automatizzata, con uno smart speaker è a portata di mano. Con poche decine di euro puoi davvero aprire le porte a funzionalità della domotica che solo fino a qualche anno fa si ritenevano troppo costose per essere implementate in ogni casa. E non è vero che un assistente vocale è utile solo se la casa è già smart. È invece il primo passo verso la domotica a 360°.
Google Home va dai 59€ della versione mini ai 149€. Si connette al wi fi di casa e attraverso l’app da scaricare puoi creare una stazione di comandi facilissima da utilizzare e molto intuitiva. Tra le tante funzioni, Google Home permette di impostare sveglia, promemoria e supportarci nelle piccole attività quotidiane.
Amazon Echo ha le stesse funzionalità di Google home. È disponibile in 5 versioni solo speaker e 2 versioni con display. I prezzi variano dai 24,99€ della versione più easy ai 229€ del dispositivo più completo. Grazie alla collaborazione con Microsoft è possibile anche gestire il proprio account Skype e le ricerche vengono effettuate su Bing (a differenza di Google home che, ovviamente, gestisce le proprie ricerche sulla piattaforma Google). La collaborazione con app e software house di smart home permette di gestire la propria domotica in modo semplice e immediato.
Come utilizzare l’assistente vocale per la tua domotica: le funzionalità più facili da implementare
Luci. Con un semplice comando vocale (es.: Ok Google, spegni le luci del salotto) puoi accendere e spegnere le luci. È necessario avere pulsanti touch collegati alla rete wi fi.
Riscaldamento e condizionamento. Collegando il termostato alla rete wi fi è possibile gestire l’accensione e la regolazione della caldaia e del condizionatore alla giusta temperatura. Attraverso l’app Home di Google ad esempio, è possibile accendere la caldaia da remoto per trovare la propria casa calda e accogliente al proprio ritorno. Il semplice comando vocale “Alexa, metti il condizionatore a 22 gradi” regolerà automaticamente il condizionatore alla giusta temperatura.
Tapparelle. Con un solo comando puoi chiudere tutte le tapparelle elettriche della tua casa contemporaneamente o attivarne solo alcune, evitando così di fare il giro di tutte le stanze. Ed è possibile, anche in questo caso, attivarle da remoto, un modo davvero semplice per ingannare il più attento dei malviventi quando sei in vacanza per qualche giorno.
Antifurto e videosorveglianza. Prima di andare a dormire puoi chiedere a Google o Alexa di attivare l’impianto di antifurto o di accendere la videosorveglianza del perimetro della tua casa
Routine. Impostando una routine un solo comando può attivare più funzioni grazie al riconoscimento della voce. Con un semplice “ok Google, io esco” Google home spegnerà tutte le luci e attiverà l’impianto antifurto, ad esempio. Al comando “Alexa, sono tornato”, Amazon Echo potrà attivare il riscaldamento o il condizionatore, accendere le luci principali e spegnere l’allarme.
Vuoi una consulenza per conoscere le potenzialità e potenziare la tua domotica grazie agli assistenti vocali? Ce ne occupiamo noi.
Questione sicurezza: chi c’è all’ascolto?
Una delle questioni più spinose e una delle più grandi sfide degli smart speaker, che tuttora frenano molti degli acquirenti e curiosi, è proprio la privacy.
Ci stanno ascoltando? Sapranno tutto di noi? Quando l’assistente è spento, chi ci assicura che non stia in realtà ancora ascoltando? La linea rossa che divide praticità da invasione domestica sembra quindi particolarmente sottile. Lo stesso concetto di machine learning, ovvero dell’apprendimento automatico dell’assistente attraverso il suo uso costante, inquieta non poco. Soprattutto quando gli assistenti vocali fanno il loro ingresso nelle aziende.
Eppure le comprensibili preoccupazioni sembrano non fermare l’ondata di acquisti mondiali. All’inizio del 2018, il Senior Vice President dei dispositivi e servizi di Amazon, Dave Limp, ha annunciato il traguardo dei 100 milioni di dispositivi Alexa venduti sul mercato. D’altro canto, Google riporta che Google Assistant sta raggiungendo il miliardo di dispositivi, grazie ad oltre 1.600 diverse aziende che producono e commercializzano più di 10.000 smart device. Nei prossimi 4-5 anni ne saranno stati venduti più di mezzo miliardo, e entro il 2021 il loro numero supererà quello dei tablet.
Il passive listening è alla base del funzionamento stesso degli assistenti vocali. Lo stand by vigile permette agli assistenti di recepire il comando di attivazione, mantenendosi pertanto sempre in ascolto silente. Allo stesso modo deve essere in grado di memorizzare i nostri comandi precedenti e imparare da essi a rispondere sempre meglio e ci deve geolocalizzare con precisione. È questo che gli chiediamo, giusto? E se è sempre in ascolto, ciò significa che potenzialmente è in grado di sentire tutto quello che diciamo, non solo quando ci stiamo rivolgendo a lui.
Non mancano incidenti di percorso. Può capitare di attivare inconsapevolmente l’assistente vocale con un comando simile a quello di attivazione, con conseguenze bizzarre. Un esempio tra tutti il caso di una coppia la cui conversazione privata è stata registrata da uno dei dispositivi Amazon Alexa di casa e da lei inviata ad alcuni dei loro contatti, il tutto senza la minima consapevolezza da parte degli interessati che tutto ciò stesse avvenendo.
Quindi? Il destino degli smart speaker dipende dalla gestione della privacy? Riteniamo che non sia proprio così. Innanzitutto la loro comodità e i benefici possibili superano di gran lunga le preoccupazioni legittime per la propria privacy. Sebbene il 38% degli intervistati in una ricerca abbia deciso di non acquistare uno smart speaker per non essere spiato nella propria casa, in realtà ogni giorno interagiamo con piattaforme che usano i dati che noi, liberamente, forniamo loro. Le nostre ricerche sui motori di ricerca, qualunque azione svolgiamo sui social media o qualche incauto clic di troppo forniscono ad aziende ben meno etiche di Google o Amazon milioni e miliardi di dati quotidianamente che vengono poi utilizzati per sponsorizzazioni nei migliori dei casi, tentativi di truffa quando siamo sfortunati. La policy di gestione della privacy di Google, Amazon e dei loro partner è decisamente meno inquietante di quanto possiamo immaginare.
Che sia questo il prezzo da pagare per una domotica facile da utilizzare e economicamente accessibile? In attesa di soluzioni ancora più smart, che secondo noi sono davvero dietro l’angolo, un assistente vocale è certamente un regalo di Natale interessante, che ti porterà verso una casa più smart e, in molti casi, anche più ecologica e attenta agli sprechi.
10 trucchi per proteggere la propria privacy senza rinunciare all’assistente vocale per la tua domotica
- Collega un nuovo account al tuo assistente vocale che non sia quello che utilizzi abitualmente nelle tue ricerche in internet;
- Su Google Home, disabilita l’opzione “personal results” e cancella con regolarità le registrazioni. In questo caso l’apprendimento automatico ne risentirà ma se non è fondamentale per il funzionamento della tua domotica non ne sentirai la mancanza;
- Se non stai utilizzando l’assistente vocale, mettilo in muto. Non è comodo in quanto quando ne avrai bisogno dovrai attivarlo manualmente;
- Disabilita la capacità di effettuare acquisti online se non è necessario o almeno imposta una password di conferma e controlla sempre le e-mail di notifica dei nuovi acquisti;
- Proteggi l’account di servizio connesso al dispositivo con una password forte e autenticazione a due fattori;
- A casa utilizza un Wi-Fi criptato e non un hotspot aperto;
- Crea una rete Wi-Fi dedicata per gli ospiti e per i dispositivi non sicuri;
- Laddove possibile, imposta la tua impronta vocale e chiedi al dispositivo di lavorare solo con la tua voce;
- Disabilita tutti i servizi che non utilizzi;
- Non utilizzare MAI l’assistente vocale per informazioni sensibili come password e carte di credito.